Friday, November 10, 2006

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Il tempo di scrivere non manca più come nelle prime settimane ed i ritmi lavorativi insieme ai pochi luoghi fino ad ora conosciuti stanno pian piano adattandosi alla nostra prospettiva quotidiana. Le poche comodità di una stretta e scomoda casa si fanno comunque sentire rispetto all’ostello in certi casi (più che altro il modem wireless ora trova molto più campo e la connessione si è quantomeno velocizzata). Abbiamo trovato per ora questo piccolo (e di certo non economico) appartamentino in centro che dividiamo con altri 4 silenziosi inquilini, 2ragazze finlandesi e una coppia di migliori amici canadesi (stando a ciò che mi ha detto la ragazza…), abbiamo la nostra stanzetta in cui crogiolarsi durante questi giorni apatici e freddi che precedono l’arrivo della stagione estiva. Abbiamo un po’ perso i contatti con i ragazzi che avevamo conosciuto in ostello per concentrarci nella ricerca di una sistemazione abitativa e lavorativa che occupava gran parte del nostro tempo libero. La prossima settimana dovrei iniziare a lavorare in un altro pseudo ristorante italiano in centro a 2 minuti di strada dal nostro appartamento; la cosa promette bene in quanto per aspirare ad un lavoro più interessante migliorare l’inglese parlato\capito è cosa fondamentale. La Elena invece ha trovato lavoro come commessa in un megastore natalizio: renne, ghirlande, babbi natale, pupazzi di neve, palline, alberi ne fanno da padroni. Diciamo che quindi il problema del mantenimento è quasi accantonato…

Sydney è una città strana, a differenza di Milano il suo grigiore è celato dietro un apparente stato di benessere generale, i tubi luminescenti che di notte scorrono sulle vetrate dei palazzi del centro, le insegne luminose che brillano fuori dei negozi spesso malandati ne sono taciti testimoni; è senza dubbio una città moderna e all’avanguardia economica ma c’è qualcosa che non mi convince totalmente in essa. La periferia è realizzata in tipico stile anglosassone con casette simili che non smettono mai di susseguirsi, parchi e praticelli che si materializzano ovunque si giri l’occhio e un pizzico di non curanza generale per l’ambiente circostante, anch’esso tipicamente inglese.
La gente del posto è per la maggior parte cordiale, simpatica e disponibile anche se per ora, se non con qualche cliente per rapidi scambi di opinioni, non mi sono mai intrattenuto in discorsi concreti con nessuno di loro…

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